Andechs è un piccolo borgo situato sopra l'Ammersee, una cinquantina di chilometri a sud-ovest di Monaco di Baviera; l’omonimo monte sacro (711 metri) che lo ospita è uno più antichi e grandi luoghi di pellegrinaggio della Baviera. Nel X secolo il conte Rasso vi portò una serie di reliquie (o Tre Ostie Sacre) dalla Terra Santa che furono poi ritrovate nel 1388, portate a Monaco e restituite ad Andechs nel 1394. Alla metà del secolo XV sul monte si stabilì una comunità di monaci benedettini; il monastero fu fatto costruire dal duca bavarese Albrecht III, come “espiazione” per il delitto di Agnes Bernauer; suo padre di non aveva accettato il suo matrimonio segreto con la figlia di una parrucchiera e l'aveva fatta annegare nel Danubio.
Nel 1455 i monaci, che vivono secondo la “Regola” benedettina “ora et labora”, iniziarono a produrre birra: a tutt’oggi ciò costituisce l’attività più redditizia dell’abbazia, dando lavoro a circa 200 dipendenti. Secondo un ordine del re Ludovico I di Baviera i proventi sono destinati ai progetti culturali, pastorali e sociali dell’abbazia di Andechs e della comunità benedettina di San Bonifacio a Monaco, ovvero i proprietari della Klosterbrauerei Andechs: il monastero non riceve alcun compenso da imposta di culto. Il birrificio fu ristrutturato e ammodernato nel 1972; se non erro l’orario della Andechser Bräustüberl, dove potete mangiare ed assaggiare tutte le birre, segue ancora il ritmo della comunità monastica: alle ore 20, dopo la preghiera che conclude la giornata, non viene più spillata la birra.
Dalla classica produzione Andechs, ecco la Doppelbock Dunkel: l’etichetta rinuncia al sempre presente “caprone” (Bock) per raffigurare invece il convento.
E’ davvero molto bella nel bicchiere: colore mogano, nuances ambrate e rossastre, schiuma beige croccante, compatta e cremosa, dall’ottima persistenza. Al naso profumi di pane nero, ciliegia sciroppata, uvetta, frutta secca, leggeri sentori di orzo e pane tostato. La tradizione bavarese vuole che le birre siano facili da bere, anche se “stark” (forti), e questa Doppelbock non la tradisce: poche bollicine, corpo medio, giusto livello di acquosità che non significa rinunciare ad una discreta morbidezza al palato. Ci sono pane nero, pane tostato, caramello, biscotto, qualche nota di uvetta, prugna e persino un accenno di cioccolato amaro; la bevuta è ovviamente dolce ma è ben bilanciata da un lieve amaro di frutta secca e terroso. Il retrogusto è delicato e abboccato, con una carezza etilica che porta un leggero tepore. Una Doppelbock di una semplicità quasi monastica, precisa, pulita e godibilissima: si beve davvero bene, senza nessun impegno gustativo o economico, soprattutto se l’acquistate in Germania.
Formato: 50 cl., alc. 7.1%, scad. 09/09/2015, pagata 1.07 Euro (supermercato, Germania)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Secondo mio modesto parere la migliore Doppelbock in assoluto
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