venerdì 13 marzo 2015

De Molen Heen & Weer

Non mi capita molto spesso di bere De Molen, il birrificio fondato nel 2004 da Menno Oliver a a Bodegraven, Paesi Bassi, nel centro di un ipotetico triangolo che ha come vertici Amsterdam, Utrecht e Rotterdam; quando l’ho incontrato alla spina, le bevute sono state tutte più o meno soddisfacenti.
Non posso dire lo stesso per le bottiglie; ripercorrendo a ritroso l’elenco di De Molen sul blog, devo risalire sino al 2011 per registrare le positive Op & Top, Lente Hop ed Amerikaans ma dopo di loro ci sono stati sempre dei problemi più o meno evidenti. Solo discreta la Super Charged Saison realizzata con Hoppin Frog (lotto 2012), godibile ma con gushing e bollicine in abbondanza la Triple Stout SSS (lotto 17/02/2010), disastrosa invece la Rasputin imbottigliata il 13/09/2012.
Faccio un nuovo tentativo con una bottiglia, questa volta del 2014. Si tratta di una Tripel chiamata Heen & Weer che significa semplicemente “avanti e indietro”; il birrificio olandese non è mai stato particolarmente brillante nella scelta dei nomi delle proprie birre, il che può essere anche comprensibile quando se ne sfornano diverse centinaia.
Ma nel caso di questa birra la scelta – o per lo meno la sua motivazione – è abbastanza risibile e forse non era il caso di riverlarla. Cito testualmente: “il nostro birrificio è diviso in due. Ad un’estremità del centro del paese ci sono il birrificio ed il ristorante, mentre dalla parte opposta si trovano due edifici che utilizziamo come magazzino e deposito. Qui è dove le nostre birre fermentano e maturano e vengono conservate sino al momento della spedizione in giro per il mondo. Dopo aver prodotto la birra, i fermentatori pieni vengono portati dal birrificio al magazzino con un muletto. E i fermentatori vuoti vengono riportati al birrificio. Quindi andiamo continuamente “avanti e indietro” con le birre”.
Heen & Weer, quindi, una Abbey Tripel speziata con coriandolo e luppolata con Premiant e Saaz che si presenta di colore ambrato opaco piuttosto carico, con qualche venatura ramata; la schiuma ocra è compatta e cremosa ed ha una buona persistenza. Al naso, piuttosto dolce, banana matura, ciliegia, zucchero caramellato, miele e biscotto; in sottofondo c’è la speziatura di coriandolo e alcuni sentori che ricordano quasi una torta all’arancia. C’è anche però una leggera presenza di verdure cotte.  Al palato arriva un po’ troppo carente di bollicine per lo stile; il corpo è medio e la consistenza oleosa. Il gusto è sciropposo e molto dolce, con canditi, miele, uvetta che dominano la base maltata di biscotto e leggero caramello; la bevuta non è particolarmente impegnativa e l’alccol (9.2%) è molto ben controllato ma fallisce nell’asciugare almeno in parte la deriva dolciona che caratterizza questa Tripel. Inutile anche il timido amaro erbaceo finale, non particolarmente raffinato:  ne viene fuori una birra stucchevole, e troppo poco attenuata, opulente ma un po’ cafona, poco elegante, per nulla vivace (carbonata) e non particolarmente pulita. Devo purtroppo registrare un’altra mezza delusione in bottiglia, signor De Molen.
Formato: 33 cl., alc.  9.2%, IBU 42, imbott. 19/02/2014, scad. 19/02/2019.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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