Nuovo appuntamento con il birrificio olandese Emelisse, del quale negli ultimi due anni sul blog sono già transitate DIPA, TIPA, Black IPA e la White Label Imperial Russian Stout. Posizionato a Kamperland, nello Zeeland, il brewpub con annesso ristorante è stato guidato dal 1998 dall’ex-homebrewer (ed ex-chef) Kees Bubberman.
E’ dello scorso novembre, la notizia della sua dipartita da Emelisse per aprire il proprio birrificio a Middelburg, ad una ventina di chilometri di distanza: Brouwerij Kees, questo il nome scelto, con le prime birre che hanno iniziato a circolare proprio in questi giorni. Trecentomila euro l’investimento necessario, in parte racimolati tramite crowfunding e in parte tramite da investitori tra i quali, leggo, ci sarebbero anche due importatori italiani.
Tra le motivazioni della dipartita di Bubberman da Emelisse ci sarebbero stati soprattutto dei contrasti sui programmi futuri: Kees desiderava crescere e guardare soprattutto ai mercati internazionali, mentre i proprietari di Emelisse volevano focalizzarsi principalmente sul mercato domestico.
Ma torniamo a parlare di Emelisse, il vero oggetto del post odierno. Ecco una bottiglia di Espresso Stout che, come il nome può facilmente far intuire, è una (imperial) stout prodotta con un blend di chicchi di caffè italiano (90% Arabica e 10% Robusta) selezionato da Kees Bubberman; i luppoli utilizzati sono Nugget e Cascade. Purtroppo il lotto di produzione e la data di scadenza riportate in etichetta non sono leggibili, quindi non so se si tratti di una bottiglia prodotta ancora dalla mano di Bubberman o se sia già stato il nuovo birraio.
Nel bicchiere è nera, cappello di schiuma beige chiaro fine e cremosa, ottima persistenza. L’aroma, poco elegante, è abbastanza sottotono anche per quel che riguarda l’intensità: caffè, orzo tostato, pane nero, qualche leggero sentore di frutti di bosco. Per fortuna c’è un discreto miglioramento in bocca: non è una imperial stout cremosa e “masticabile”, il che ne avvantaggia ovviamente la scorrevolezza, ed il corpo è tra il medio ed il pieno, con consistenza oleosa e poche bollicine. Il gusto è dominato dal caffè, con pochi elementi (liquirizia e tostature) ad accompagnarlo; la bevuta diventa giocoforza piuttosto monotona, e personalmente sento un po’ la mancanza di un po’ di dolce a bilanciare. Le tostature sono intense e, benché abbastanza eleganti ed esenti da bruciature, arrivano a saturare il palato obbligandolo a qualche sosta di troppo; nessuna sorpresa nel retrogusto, dove continua l’infusione del caffè e delle tostature e si sente la mancanza, in una imperial stout dall’ABV del 9.5%, di un po’ di calore etilico.
L’ Espresso Stout di Emelissse dà quello che promette nel nome: tanto caffè in una birra senza difetti che però non mi ha lasciato un gran ricordo di sé. C’è un po’ di soddisfazione nei primi sorsi, ma poi sono gli sbadigli ad accompagnare il resto della bottiglia da trentatré.
Formato: 33 cl., alc. 9.5%, IBU 75, lotto e scadenza non decifrabili, pagata 4.20 Euro.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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