Ritorna il birrificio norvegese HaandBryggeriet, una quarantina di chilometri a sud di Oslo, fondato nel 2005 a Drammen da quattro appassionati homebrewer (e bevitori): Jens Maudal, Arne Eide, Rune Eriksen e Egil Hilde. Dei quattro, è Jen Maudal quello che realizza la maggior parte delle ricetta.
Sul blog sono già transitate Dobbel Dose, Pale Ale e Fyr og Flamme IPA, e soprattutto le impegnative Dark Force, Norse Porter e Odin's Tipple, che contribuiscono a perpetuare l'immagine (un po' stereotipata ma non troppo) delle "scure imperiali" scandinave catramose, masticabili e da trattare con la dovuta cautela.
Sul blog sono già transitate Dobbel Dose, Pale Ale e Fyr og Flamme IPA, e soprattutto le impegnative Dark Force, Norse Porter e Odin's Tipple, che contribuiscono a perpetuare l'immagine (un po' stereotipata ma non troppo) delle "scure imperiali" scandinave catramose, masticabili e da trattare con la dovuta cautela.
Oggi è la volta della Fatlagret Porter, letteralmente "porter invecchiata", che viene affinata in botti di rovere ex-Akevitt.
Akevitt, Akvavit, Aquavit o Snaps che dir si voglia, è un distillato (tipicamente da frumento o patate) particolarmente diffuso nei paesi scandinavi: maggior produttore ne è la Svezia, seguita da Danimarca e Norvegia. Le prime notizie sulla produzione risalgono al quindicesimo secolo: nel 1498 a Stoccolma venne concessa la prima licenza di vendita, impiegata soprattutto a fini medicinali.
L'Aquavit è abbondantemente aromatizzata con erbe e spezie (tipicamente cumino, aneto, cardamomo, anice e finocchio) ma non viene solitamente invecchiata; fa eccezione quella norvegese, che invece matura in botti di rovere. Questa tradizione pare derivi da un curioso incidente avvenuto nel diciannovesimo secolo, quando un distillatore norvegese aveva spedito dei barili in Australia; le vendite non furono buone, e cinque barili invenduti furono rispediti in Norvegia dopo un po' di tempo. Al loro arrivo, il produttore notò come il distillato risultasse più morbido e ricco: il miglioramento fu attribuito, oltre che alla permanenza in botte, agli scuotimenti subiti nella stiva della nave e alle variazioni climatiche incontrate nel viaggio oceanico. Ancora oggi, i barili della Linie Aquavit vengono caricati su una nave e spediti in giro per il mondo; sul sito del produttore, inserendo la data impressa sulla bottiglia è possibile risalire all'esatto itinerario percorso.
E' una consuetudine scandinava anche abbinare la bevuta di Aquavit a quella della birra, alternandone la sorsata: i puristi (di Aquavit) saranno ovviamente in disaccordo.
E' una consuetudine scandinava anche abbinare la bevuta di Aquavit a quella della birra, alternandone la sorsata: i puristi (di Aquavit) saranno ovviamente in disaccordo.
Un tempo chiamata Akevitt Porter e poi rinominata Fatlagret, è assolutamente nera con una compatta e cremosissima testa di schiuma nocciola, molto persistente. Al naso c'è pulizia ed una bella intensità data dal caffè in grani, dall'orzo tostato, dalla liquirizia; in sottofondo sentori di cioccolato, di vaniglia, erbe aromatiche (ginepro), anice. Perfetta la sensazione palatale, che non tradisce gli standard scandinavi quando si tratta di imperial porter/stout: morbidissima, corpo tra medio e pieno, poche bollicine; questa riesce ad essere avvolgente e cremosa senza raggiungere il livello "masticabile". Il gusto è complesso e tutto da scoprire: oltre a caffè, tostature, liquirizia e cioccolato ci sono note più dolci di fruit cake, caramello e melassa. La ricchezza d'inizio bevuta è poi miracolosamente bilanciata nel finale, prima dall'acidità del caffè e poi, oltre che dalla luppolatura, dall'effetto del passaggio in botte di Akevitt: la chiusura è infatti delicatamente speziata (aneto, cumino, ginepro) e quasi "rinfrescante" per il palato, che può ora godersi il retrogusto caldo e morbido di caffè e cioccolato amaro. L'alcool (9%) è controllato molto bene, accarezza tiepidamente tutta la bevuta per poi dare un leggero "colpo" solamente a fine corsa.
Imperial Porter sorprendente, pulitissima e relativamente facile da bere, lontanissima da quegli estremismi catramosi scandinavi piuttosto difficili da digerire: in questa birra davvero raffinata c'è intensità ed equilibrio tra tutti le componenti, inclusi quelli più insoliti (cumino, ginepro) la cui presenza è davvero leggerissima e non deve assolutamente "intimorire" anche chi non ama queste spezie.
Bevuta davvero sontuosa: se vi capita a tiro, non esitate.
Formato: 50 cl., alc. 9%, lotto 602, imbott. 10/05/2013, scad. 10/05/2016, pagata 7.80 Euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Imperial Porter sorprendente, pulitissima e relativamente facile da bere, lontanissima da quegli estremismi catramosi scandinavi piuttosto difficili da digerire: in questa birra davvero raffinata c'è intensità ed equilibrio tra tutti le componenti, inclusi quelli più insoliti (cumino, ginepro) la cui presenza è davvero leggerissima e non deve assolutamente "intimorire" anche chi non ama queste spezie.
Bevuta davvero sontuosa: se vi capita a tiro, non esitate.
Formato: 50 cl., alc. 9%, lotto 602, imbott. 10/05/2013, scad. 10/05/2016, pagata 7.80 Euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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