domenica 22 marzo 2015

Baladin Super Bitter

A chi non conoscesse il percorso di Teo Musso e del birrificio Baladin, l'acquisto di una bottiglia chiamata "Super Bitter"  potrebbe creare l'aspettativa di trovarsi nel bicchiere una birra abbondantemente luppolata e quindi molto amara. Una Double IPA, forse. 
Chi invece Baladin lo conosce, sarà subito in grado leggendo l'etichettà di capire cosa c'è nella bottiglia: una versione "amara" della Super, la prima birra Baladin ad essere imbottigliata, nel lontano 1997, nel brewpub di Piozzo.
La Super Bitter se non erro debutta nel 2012, ed è dichiaratamente una leggera "concessione" alla moda delle birre amare: Baladin non è certo un birrificio che ama le luppolature esagerate, proponendo birre sempre piuttosto equilibrate ma con una componente dolce ben in evidenza. Per l'occasione viene utilizzata "una generosa quantità di  l'Amarillo", in dry-hopping, mentre la descrizione ufficiale del birrificio s'affretta subito a rassicurare che "in bocca rimane fedele allo stile Baladin e non perde di vista l’equilibrio".
Per la cronaca, la Super Bitter ha ottenuto il secondo posto nell'ultima edizione di Birra dell'Anno nella categoria 11, Strong Ale d’ispirazione angloamericana. 
All'aspetto è di color ambrato, con sfumature ramate ed una bella testa di schiuma ocra, "croccante" e cremosa, molto persistente. Il naso è dolce, zuccherino, con sentori di caramello e biscotto, frutti rossi, ciliegia sciroppata, mandorle e nocciole caramellate: molto bene la pulizia, solo discreta l'intensità, ma l'aroma non è indubbiamente una festa del luppolo.
Ottima la sensazione palatale: alcool (8%) nascosto in maniera impressionante, corpo medio e poche bollicine per una birra morbida, molto gradevole e dalla buona scorrevolezza. Il gusto ripropone il biscotto, il caramello e la frutta secca caramellata, l'uvetta: nessun grosso stravolgimento della Super "originale", quindi, con un profilo decisamente dolce ma con una fortissima attenuazione finale a mantenere tutto in un perfetto equilibrio.  Il palato a fine bevuta è sorprendentemente pulito, c'è una lievissima astringenza appena percepibile, mentre la chiusura è abboccata, con un retrogusto di frutta secca caramellata. Birra molto pulita e discretamente intensa, molto ben fatta: di amaro non ha praticamente nulla, risultando alla fine una versione più secca (anziché "bitter") e meno dolce della Super.  Fatte queste considerazioni, rimane comunque una strong ale dal DNA belga che si beve sempre con buona soddisfazione e con pericolosa facilità.
Formato: 33 cl., alc. 8%, IBU 35, lotto 71/140, scad. 05/2016, pagata 2.59 Euro.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

3 commenti:

  1. bevuta un paio di settimane fa.. mi è piaciuta parecchio anche se le preferisco meno amare..

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  2. Ottima, digeribilissima. Consiglio anche a chi ha problemi di reflusso.

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