Quasi non ce n'eravamo accorti della sua mancanza su queste pagine: poco male, recuperata una bottiglia ed eccoci a colmare la lacuna di una birra bevuta molte volte ma non ancora "ufficializzata" sul blog. Il birrificio è la Brauerei Heller, nella splendida Bamberga (Franconia), ma per tutti lei è semplicemente Schlenkerla, la birra affumicata per eccellenza o, se preferite, il benchmark per ogni Rauchbier. Tappa obbligatoria, almeno una volta nella vita per qualsiasi birrofilo, è il brewpub nella bella casa a graticcio della centrale Dominikanerstraße 6, un locale molto frequentato nel quale personalmente non sono mai riuscito a mangiare seduto ad un tavolo, nonostante diversi tentativi sia a pranzo che a cena, causa sovraffollamento (mi sono perso qualcosa d'eccellente?). La più nota e la più diffusa è la Märzen che vi presentiamo oggi, ma esiste anche una Weizen ed altre sei versioni (Helles, Urbock, Doppelbock, etc..), tutte affumicate. Numerosi i proprietari che si sono succeduti al timone del birrificio, trovate qui la lista completa. Da sei generazioni nelle mani della famiglia Trum, ma il proprietario più famoso rimane senza dubbio Andreas Graser (1877-1906): dobbiamo a lui il nome Schlenkerla, indicativo della sua andatura zoppicante a causa di un incidente. Schlenkern è una vecchia parola tedesca che indica una camminata non esattamente diritta, simile a quella di un ubriaco, alla quale si aggiunge il suffisso "-la" del dialetto della Franconia. Il tipico affumicato di questa birra viene ottenuto grazie all'affumicatura di malti con legno di faggio.
Il suo colore è un bel mogano con riflessi rosso rubino; la schiuma, di colore beige chiaro, è fine e cremosa, dalla buona persistenza. Il naso è ovviamente il palcoscenico ideale per il trionfo dell'affumicato; restando in Germania, l'impressione è quella di annusare una fetta di Schwarzwaldschincken (il prosciutto affumicato della Foresta Nera). In Italia il paragone, più che con lo speck, è con una più grassa fetta di pancetta affumicata. Più in secondo piano ci sono sentori di tostatura, cenere, terra e pelle, cuoio. Gradevolissima e morbida in bocca, poco carbonata, corpo medio. L'affumicato si fa per un attimo da parte, lasciando la scena al caramello, alle tostature e ad un bel finale amaro dove c'è anche spazio per una nota di caffè e di cioccolato amaro; solo quando il cerchio si chiude, nel retrogusto, c'è un ritorno di affumicato e di terroso. Un classico senza tempo, birra pulitissima, sempre gustosa, facile da bere e godibilissima. Bottiglia prossima alla scadenza, ma ancora in buona forma. Estremamente versatile, potete fare di lei (quasi) una session beer da conversazione, una birra da tavola o anche gustarvela più lentamente dopocena.
Formato: 50 cl., alc. 5.1%, IBU 30, scad. 12/2013, pagata 3.29 Euro (supermercato, Italia).
Ciao, volevo solo segnalare che la loro Helles tecnicamente non è una Rauchbier, in quanto prodotta senza l'utilizzo di malti affumicati, ma presenta comunque dei pur lievissimi sentori di affumicatura propri delle Rauch.
RispondiEliminaBuona serata e complimenti per il Blog!
Andrea
Ciao, sì hai ragione, tecnicamente non è una Rauch, anche se prende un leggero affumicato dagli stessi fermentatori usati per le altre birre del birrificio.
EliminaMi manca la loro Eiche Doppelbock, l'hai mai provata ?
Sì, provata (o meglio dire bevuta ad oltranza) al Ma che siete venuti a fa, quindi alla spina: devo dire veramente ottima, intensa nel gusto, pulitissima, ma al contempo scendeva giù che era un piacere, quindi mooooolto pericolosa... :) Da sottolineare come la Doppelbock sia prodotta con malti affumicati su legno di quercia (Eiche appunto), invece che sul "solito" faggio.
EliminaCiao!!!
Andrea