Nel 2004 Daniel Lessire lascia il suo lavoro in una banca in Lussemburgo per aprire la Brasserie Millevertus; due sono i fattori concomitanti: il piano di ristrutturazione della banca, che invita alcuni dipendenti ad andarsene e, secondo quanto racconta Daniel, la pressione di sua moglie Jocelyn che lo invitava da tempo ad aprire un birrificio. Nessuna formazione tecnica alla spalle come birraio (immaginiamo un passato almeno da homebrewer?), ma grande passione e voglia di fare. Sono queste gli strumenti che guidano i primi passi di Daniel che, lentamente ma costantemente, dal 2004 al 2012 passa da 10.000 a 40.000 litri prodotti. Birrificio situato a Breuvanne, nel Lussemburgo belga, non lontano da Arlon. Tante le birre prodotte (troppe, secondo Tim Webb nella Good Beer Guide Belgium) che però iniziano a racimolare premi in alcuni concorsi in Francia ed in Belgio. Il più prestigioso è forse quello del 2012, quando La Douce Vertus viene eletta miglior birra "bruin" della Vallonia. Un trasloco già alle spalle, quello del 2011, quando gli impianti si spostano dalla natia Toernich all'attuale Breuvanne: sono circa 30 chilometri. Divertenti e poco serie le etichette, delle quali trovate qui una breve panoramica.
Ironiche anche le descrizioni delle proprie birre, come quella di questa La Mère Vertus che ci accingiamo a stappare: "l'amaro è il suo credo. Farete meglio a convertirvi, prima di mettervi nei guai con lei. Prima di ogni sorso direte 5 "Padre Nostro" di luppolo e 5 "Ave Maria" di Malto. Sarete illuminati dal suo perfetto equilibrio e dal retrogusto. Un gusto davvero celestiale.. con cinque tipi di malto e cinque di luppolo, questa è la nostra creazione più complessa".
Si presenta di color arancio, con qualche riflesso ramato; splendida la schiuma, biancastra, fine e cremosa, molto persistente. L'aroma è molto dolce, con una leggera speziatura da lievito: albicocca sciroppata, zucchero a velo, scorza d'arancia candita, miele e scorza di limone. Pronunciato e pulito. In bocca solida base maltata (crosta di pane e biscotto), ed un percorso che ricalca in buona parte le orme del naso: miele, zucchero candito e frutta sciroppata (pesca ed albicocca), polpa d'arancia. Molto dolce e sciropposa, con una buona presenza etilica che irrobustisce la bevuta e la rende calda; il corpo è medio-pieno, con una carbonazione vivace che tuttavia non pregiudica la morbidezza al palato. Necessario (per evitare la stucchevolezza) a questo punto un finale secco e "ripulente" che arriva infatti puntuale, con una leggera nota amaricante erbacea e di scorza d'agrumi. Terminata la pausa, ecco il retrogusto: abboccato, morbido, caldo, leggermente etilico con note di frutta sotto spirito.
Al di là delle dichiarazioni di facciata "l'amaro è il suo credo" è una tripel ovviamente dolce che riesce comunque a non eccedere mai il limite. Alcool abbastanza ben nascosto, buona facilità di bevuta, buon livello di pulizia.
Formato: 33 cl., alc. 9%, scad. 09/2014, pagata 1.95 Euro (beershop, Belgio).
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