Dopo Wit, Pater 6, Grottenbier e Tripel, è arrivato il momento della Prior 8 della St. Bernard Brouwerij. Sorella maggiore della Pater 6, è anch'essa una Dubbel che origina direttamente dai giorni (1946) in cui al birrificio fondato a Watou da Evarist Deconinck viene concessa la licenza di produrre le birre per conto dell’abbazia trappista di St. Sixtus/ Westvleteren. Dopo un primo rinnovo, il trentennale contratto non viene più prolungato e termina nel 1992. Da quell'anno in poi, la produzione delle Westvleteren ritorna dentro St. Sixtus, mentre a Watou le birre prendono il nome di St. Bernardus. Non solo; mentre a partire dagli anni 90 le Westvleteren subiscono un cambio di ricetta, dovuto all'utilizzo di un ceppo di lievito proveniente dalla Westmalle, la St. Bernard Brouwerij, continua invece ad utilizzare il lievito originale di St. Sixtus. La Prior 8 si può dunque considerare la parente più prossima della Westvleteren 8. Chiaramente il birrificio non può fregiarsi del marchio "birra trappista", riservato a partire dal 1997 solamente alle birre prodotte entro le mura di un monastero trappista. Ma date un'occhiata a questa foto, oppure a questa pagina: le Westvleteren (St. Sixtus Prior 8) che erano un tempo prodotte a Watou avevano praticamente la stessa etichetta della St. Bernardus Prior 8 attuale, ed il tappo azzurro che oggi identifica la Westvleteren 8.
Beviamo, dunque. Il colore forse non è il suo punto di forza: mogano torbido, con qualche riflesso rossiccio. Perfetta invece la schiuma: beige chiaro, fine e cremosissima, praticamente indissolubile, visto che una leggera patina di schiuma rimane sempre nel bicchiere. Naso complesso ed intrigante: pera al cioccolato, amaretto, speculoos (biscotti alla cannella), zucchero candito, marzapane, mou. Facciamo una pausa e scopriamo in secondo piano leggeri sentori aspri di frutti rossi (ribes?) e dolci di uvetta e di prugna disidratata. Morbida e rotonda in bocca, ha corpo medio ed una discreta presenza di bollicine. C'è una buona corrispondenza con l'aroma: caramello, marzapane, canditi, prugna ed uvetta sotto spirito, biscotto al burro. La prima parte è decisamente dolce e (dolcemente) etilica, calda, ma il tutto è stemperato da una leggera asprezza finale di frutti rossi e, appena avvertibile, una nota amara di frutta secca. Sontuoso il retrogusto, lungo, morbido ed etilico, riscalda il corpo con note di frutta sotto spirito. Dietro ad un'apparente facilità di bevuta si cela un gusto complesso che invita a sorseggiare la birra con calma, assaporandone ogni boccata. Rifuggiamo sempre dall'abusato concetto di "birra di meditazione", ma se state cercando una degna conclusione di una stressante di giornata di lavoro, aprite una Prior 8 e mettetevi comodi in poltrona. Il mondo vi sembrerà molto più lento e silenzioso, e con un po' d'immaginazione vi sentirete trasportati in quei dieci chilometri di tranquilla campagna belga che separa Watou dall'abbazia di St. Sixtus.
Formato: 33 cl., alc. 8%, lotto 2010, scad. 12/03/2015, pagata 1.75 Euro (negozio alimentari, Francia).
Che meraviglia: la sento quasi in bocca. Io non sono d'accordo con chi dichiara che le Birre più buone al mondo le fanno solo in Belgio, però concordo con chi dice che tra le Birre più buone al mondo ci sono anche quelle belga.
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