Forse il periodo ideale per berla è passato da qualche settimana, ma le miti temperature che quest'autunno ci sta regalando non la rendono così "completamente" fuori stagione. Del resto "Saison" (per i meno esperti) è uno stile birrario tipico della Vallonia, nella regione dall'Hainaut, del Belgio di lingua francese. Saison, ovvero "stagione" in francese, per indicare appunto una birra con una forte propensione stagionale. Quella dei mesi più caldi, dove le alte temperature non consentivano di fare la birra, quando ancora non era stata inventata la refrigerazione. I birrai belgi le preparavano allora per tempo, con un grado alcolico abbastanza sostenuto ed una abbondante luppolatura per consentire a queste birre di "sopravvivere" sino al termine della stagione calda. Erano le birre che i contadini valloni bevevano per dissetarsi e rinfrescarsi nelle pause del duro lavoro nei campi. Nome dunque estremamente appropriato, quello scelto dal "birrificio più belga d'Italia", Extraomnes, per una saison molto semplice: un solo malto (Pilsener Chateau) e due luppoli (Saaz e Styrian Golding, anche in dry hopping), e ovviamente le "magie" del lievito saison. Viene ufficialmente presentata lo scorso Maggio al Bere Buona Birra di Milano, in un temibile faccia a faccia con una delle saison più apprezzate al mondo, la Dupont.
Il suo colore dorato carico (velato) rimanda proprio al sole estivo del calar della sera, quando terminato il lavoro nei campi i contadini si godevano la loro giusta ricompensa dissetante: generosa la schiuma, bianca, fine e compatta, molto persistente. Naso leggermente "aspro", rinfrescante, con scorza di agrumi (lime ed arancio), sentori floreali ed erbacei, ma soprattutto una bella nota rustica, agreste o "funky" che dir si voglia. La vivace carbonazione si intuisce dalle minuscole bollicine che risalgono in superficie dal fondo del bicchiere, il corpo è medio-leggero. L'ingresso in bocca è di pane e cereali, ma è di nuovo la frutta a farla da padrone, prima con note dolci di polpa d'arancia (e anche albicocca, ci sembra) e poi amare di scorza. Il finale è un crescendo d'amaro, con note leggermente erbacee e tanta scorza di agrumi (lime, limone, mandarino). La luppolatura è un po' ruffiana e reminescente di alcune altre Extraomnes di successo, ma questa Wallonië mantiene comunque un bel profilo rustico anche in bocca per sottolineare il suo essere, prima di tutto, una "farmhouse ale". Piacevolmente acidula, e quindi molto dissetante, è caratterizzata da una grande pulizia e da una secchezza che impressiona e costringe alla bevuta seriale. Una birra che quindi non consigliamo ai contadini nelle pause del lavoro nei campi: più che trovarli dissetati, il rischio è di trovarli attaccati al barile di Wallonië senza la benché minima intenzione di riprendere il lavoro.
Formato: 33 cl., alc. 5.7%, lotto 098 13, scad. 31/10/2014, pagata 3.80 Euro (beershop, Italia).
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