giovedì 17 ottobre 2013

Russian River Supplication

Cerchiamo di mettere insieme i tasselli del puzzle, per chiudere il cerchio. C'è un'azienda produttrice di vini californiana (Korbel Champagne Cellars) che ha creato un birrificio in mezzo ai vigneti; l'attività viene ad un certo punto rilevata dal loro birraio, tale Vinnie Cilurzo, ex-homebrewer figlio di una famiglia di viticultori. Ne avevamo già parlato in questa occasione. Dal vino alla birra, dunque, ma con il tempo inizia anche il lento viaggio di ritorno; il tempo è quello delle maturazioni in botti, che Vinnie acquista direttamente dai grandi produttori vinicolo della contea di Sonoma. Gli esperimenti iniziano nel 1999, ovviamente ispirati dall'amore di Cilurzo per le fermentazioni spontanee belghe. Nel nel 2003 Vinnie acquista il birrificio dalla Korbel Cellars e nel 2005 sono già sul mercato le prime birre. Si parte con la Temptation, fermentata con brettanomiceti ed invecchiata in botti che avevano ospitato Chardonnay. Segue la Supplication, leggiamo quanto scritto nel retro dell'etichetta: una brown ale invecchiata in botti di Pinot nero. Nel corso della maturazione in botte, vengono aggiunte marasche (sour cherries), brettanomiceti, lactobacilli e pedicocchi, batteri che qualsiasi produttore di vino deve evitare come la peste. Eravamo partiti da un figlio di viticultori che si mette a fare birra, ed ecco che ora Cilurzo realizza birre che si avvicinano al mondo del vino.
Nel bicchiere è di colore ambrato carico con intensi riflessi rossastri; schiuma biancastra e grossolana, di piccole dimensioni e poco persistente. Naso molto complesso: netto acetico, al quale s'affianca una vivace speziatura (pepe), sentori di legno, marasca, prugna acerba, uva . Man mano che la birra si scalda emergono alcuni lievi sentori tipici dei brettanomiceti, con una bella sensazione di rusticità. Superba in bocca, leggera, vivace e perfettamente carbonata, quasi spumeggiante. Il gusto è miracolosamente in equilibrio tra note acetiche e lattiche, con note aspre di uva, marasca, prugne acerba. La sensazione è quella di bere un prosecco (qualcuno potrebbe dire champagne) ma la facilità di bevuta è di molto superiore: estremamente dissetante e rinfrescante, preferiamo comunque sorseggiarla per apprezzarne la complessità e per gustarla lentamente. In secondo piano troviamo lamponi, legno ed un bel carattere rustico/brettato, con una chiusura secca e leggermente amaricante (mandorla amara). Morbido e delicato il retrogusto, leggermente etilico, tannico e legnoso. Difficile spiegare a parole una birra che regala grandissime sensazioni e soddisfazioni. Pulitissima, complessa ma al tempo stesso semplicissima da bere: una vera goduria. Tutto perfetto, dunque? No: purtroppo Russian River non riesce a soddisfare tutta la domanda statunitense, e  all'esportazione non ci pensa nemmeno. Non la troverete in Italia: per berla dovrete prendere l'aereo, o farvela portare da qualche amico o, mi dicono, c'è il beer-trading.
Formato: 37.5 cl., alc. 7%, lotto 22/06/2012, scad. consigliata 3 anni dall'imbottigliamento, pagata 10.83 Euro (beershop, USA).

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