Novità 2013 del Birrificio Italiano, la Nigredo viene presentata quasi in contemporanea in due continenti; negli Stati Uniti, dove Agostino Arioli è ospite del Firestone Walker Invitational Beer Festival (qui una interessante video intervista) e, ovviamente, a Lurago Marinone, casa del Birrificio Italiano. Per quel che riguarda la scelta del nome, vi rimando alle parole di Agostino stesso: "Nigredo è l’Opera al Nero degli alchimisti, la prima fase del processo alchemico. La produzione del malto e della birra sono stati per secoli intimamente connessi all’alchimia, tanto che il simbolo dei birrai tedeschi, due triangoli l’uno nell’altro a formare una stella a sei punte, è proprio un simbolo alchemico. Il primo triangolo rappresenta le tre grandi fasi: Nigredo (germinazione e maltazione), Albedo (saccarificazione) e Rubredo (fermentazioni), le tre grandi trasformazioni. L’altro triangolo indica i tre elementi, acqua, aria (gas) e fuoco. Da Basilio Valentino, alchimista, XV sec.: "quando qualcuno vuol fare da orzo o frumento della birra egli deve osservare la Perfezione dei gradi della natura. Dapprima il cereale deve essere posto a macerazione in luogo chiuso, al buio… E' solo dopo questi preparativi che può avvenire la cottura nell'Athanòr, con la quale dal frutto viene estratto con il fuoco il nobile spirito che si combina con l'acqua di cottura alla base della Fornace, formando in tal modo la Birra". E aggiunge: "Il luppolo che viene aggiunto alla birra, è il suo "Sale Vegetabile" e serve da preservatore affinché la Birra sia protetta da altri nemici e si conservi. Infine, “avviene una nuova separazione col mettere nella Birra appena cotta un po' di lievito che procura alla Birra una infiammazione "Interiore" così che essa comincia a fermentare. La Birra ottiene così il potere di penetrare e di poter svolgere il suo compito predestinato; ciò che lo spirito agente della Birra prima di questa separazione non poteva fare a causa delle impurità che disturbavano ed impedivano il suo operato". Ma l’Alchimia non era solo la proto-chimica, ma anche e soprattutto una ricerca spirituale. Così la Nigredo è il processo in cui ci si dirige verso il ritrovamento dell’autoconoscenza. E’ un viaggio nella materia informe, volto a sciogliere il “miscuglio" e a conoscere gli elementi che lo compongono per tornare all’origine, alla Quintessenza. Ancora: “La fase di Nigredo distrugge la vecchia natura e la vecchia forma e le trasmuta in un nuovo stato dell’essere per dare loro un frutto completamente nuovo".
La birra in questione è una sorta di Dark Lager (quindi una bassa fermentazione, scura), che rappresenta l’evoluzione di una storica produzione del Birrificio Italiano, chiamata Negra! La caratteristica più saliente riguarda però la luppolatura, che avviene con le modalità (dry hopping) e le abbondanti quantità tipiche di una Black IPA. Per l’occasione vengono utilizzati solamente luppoli tedeschi, in particolare l’Hallertauer Mittelfrueh. Parte del dry hopping ha però visto l’utilizzo di pellet di luppolo che sono stati tostati in forno, con la “consulenza” della Lady Cafè Torrefazione. Vi rimando al video sopra citato (in inglese), nel quale Agostino spiega ad un interessato pubblico americano che sono stati necessari numerosi tentativi con diversi tipi di luppolo, diverse temperature e tempi di tostatura prima di arrivare alla ricetta definitiva della Nigredo. La presenza del minaccioso volatile in etichetta mi ha fatto personalmente ricordare la copertina dell’omonimo cd del gruppo tedesco Diary of Dreams, una band molto “di nicchia” che suppongo non sia certamente la fonte d’ispirazione del disegnatore.
Marrone scurissima, nel bicchiere, con un perfetto cappello di schiuma, fine e cremosissima, compatta, di colore beige chiaro. Al naso però arriva prima di tutto un “benvenuto” fruttato (agrumi) ed erbaceo. L’aroma non è esplosivo, ma è pulitissimo e davvero molto elegante; bisogna attendere che la birra si scaldi per avvertire le prime tostature, qualche sentore di caffè ed una lievissima affumicatura. Si tratta di un leitmotiv che va a caratterizzare anche il gusto; l'inizio è dolce, fruttato (agrumi), con una bella progressione amara che va in crescendo. Accanto a delicate tostature ed a note di caffè, ci sono tracce di scorza d'agrumi. E' una birra tecnicamente molto ben eseguita, a partire dal "mouthfeel": morbida in bocca, con il giusto livello di acquosità per renderla scorrevole, dal corpo medio-leggero, poco carbonata. L'equilibrio e la pulizia ne caratterizzano ogni aspetto, dall'aroma al gusto: delicata senza per questo sacrificare l'intensità, elegante senza per questo risultare noiosa o un esercizio di stile. Diametralmente opposta a birre muscolose che raschiano il palato (il riferimento è ad alcune IPA/Black IPA, anche se questa non è una IPA), la Nigredo del Birrificio Italiano ha una gradazione alcolica discreta (6.5%) ma si beve come una session beer, ad oltranza. Non ci sono estremismi e fuochi d'artificio, se non quello - fondamentale - della grande cura di ogni dettaglio di una birra realizzata davvero con grande maestria che risulta godibilissima.
Formato: 33 cl., alc. 6.5%, lotto 268, scad. 31/01/2014.
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