Altro nuovo birrificio francese che arriva sulle pagine del blog, e ce ne saranno altri in questi primi mesi dell’anno. Si trattta della Brasserie Artisanale de la Pleine Lune, con sede a Chabeuil, un centinaio di chilometri a sud di Lione, quasi alle pendici di Monti dell'Ardèche; viene inaugurata nell’estate del 2011 da Benoit Ritzenthaler, dopo una decina d’anni di produzione casalinghe. Una quindicina le birre prodotte, secondo Ratebeer, tra leggere varianti (mix di luppoli) della stessa ricetta e qualche collaborazione con altri birrifici. Se apparentemente la storia del birrificio non offre particolari spunti d’interesse, almeno per quello che è reperibile in Internet, un po’ più interessante è l’adesione del birrificio al Front Hexagonal de Libièration, un collettivo attualmente formato da otto birrifici: L’Agrivoise, Fleurac, La Franche, Garrigues, Matten, le Paradis, Correzienne e La Pleine Lune. Il fronte è ispirato al già esistente svizzero Front Helvétique de Libièration. Il nome gioca ovviamente con l’assonanza del neologismo LiBIERation alla parola “Liberation”, mentre “Hexagonal” si riferisce al nome della forma geometrica (l’esagono, appunto), con il quale i francesi chiamano informalmente la propria nazione. Il manifesto è stato pubblicato a Marzo 2011, e qui sotto trovate la traduzione (più o meno accurata) dei punti:
1) Produrre birre di qualità che siano in grado di competere con quelle dei produttori internazionali
2) Avere riguardo sia per la tradizione che per le innovazioni che avvengono all’estero, per andare oltre i gusti standardizzati e la classica offerta al pubblico del tris di birre “bianca/bionda/ambrata”
3) Evitare l’uso di aromatizzazioni ed ingredienti tanto pittoreschi quanto improbabili
4) Produrre birre sfruttando al massimo il potenziale aromatico delle varietà di luppolo disponibili
5) Opporsi alle verità ed ai luoghi comuni che vengono generalmente considerati tali riguardo agli uomini, alle donne, etc etc.
6) Commercializzare birre senza difetti ed impegnarsi a ritirare i lotti difettosi, se necessario
7) Riconoscere il merito e la competenza dei colleghi birrai quale che sia la loro formazione o provenienza
8) Trasparenza riguardo al luogo di produzione ed agli ingredienti usati
9) Promuovere la collaborazione, la fiducia e la trasparenza nei confronti dei colleghi birrai
10) Resistere alla tentazione di salire in cattedra e di considerarsi dei professori della materia
Il “fronte” nutre apparentemente un amore per il luppolo, visto che rilascia anche una specie di “bollino” con una scala graduata che identifica gli IBU di una birra.
Terminata la lezione, è il momento di bere. Aubelon (il nome ha una buona assonanza con il termine francese “Houblon” = luppolo) è una India Pale Ale brassata, se le informazioni recuperate in rete sono corrette, con Simcoe, Amarillo, Citra ed il neozelandese Green Bullet.
Si presenta di colore ambrato scarico, con riflessi ramati, molto velato. La schiuma, biancastra, è abbastanza cremosa anche se un po' grossolana; discreta la persistenza. Il naso non è molto pronunciato ma abbastanza fresco: pompelmo, arancio, leggeri sentori di frutta tropicale, aghi di pino, ma anche qualche lieve difetto (gomma bruciata). Discreta pulizia anche in bocca: base di biscotto, con alternanza di pompelmo e qualche nota di frutta tropicale. La prima parte della bevuta è gradevole, convince invece meno l'amaro, erbaceo e resinoso, che non brilla di eleganza. Finisce secca, con un retrogusto amaro che, nel bene e nel male, torna sui passi dell'aroma: un po di gomma bruciata, erba e resina. Corpo medio-leggero e discreta carbonazione. Ben lontana dall'eccellenza, una IPA facile e discreta, che è meglio bere a temperatura un po' più bassa di quella consigliata (8-10 gradi), per attenuare un po' i lievi off-flavors. C'è ancora bisogno di lavorare, per completare almeno il primo punto del manifesto sopra riportato.
Formato: 75 cl., alc. 6.7%, IBU 59, lotto LI 11, scad. 15/08/2014.
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